I poeti arabi in Sicilia: un convegno scientifico riscopre la memoria e il patrimonio arabo nel contesto europeo
Verona – Italia |
In un’atmosfera scientifica e culturale di alto profilo, venerdì 13 giugno 2025 si è tenuto nella città di Verona il primo convegno scientifico organizzato dall’Istituto “Bayan”, dal titolo: “I poeti arabi in Sicilia e il loro contributo culturale e sociale”, presso la sala conferenze dell’hotel Best Western CTC. L’evento ha visto la partecipazione di una selezione di accademici, studenti e appassionati di letteratura e storia araba in Europa.
Il convegno è stato aperto dal Dr. Zakaria Al-Koura, vicepresidente dell’Istituto, a nome del Presidente Dr. Anwar Al-Nahmi, che ha salutato i partecipanti esprimendo la sua stima per le personalità accademiche presenti. Ha sottolineato che questo convegno non rappresenta solo un evento accademico convenzionale, ma un messaggio culturale e intellettuale che riafferma il ruolo della Sicilia come ponte storico e civile tra Oriente e Occidente.
Ha aggiunto che la partecipazione degli studenti del Bayan dimostra come la lingua araba non sia solo eredità del passato, ma uno strumento vitale per comprendere un futuro multiculturale e un mezzo efficace di comunicazione interculturale.
Il Dr. Al-Nahmi ha rivolto un sentito ringraziamento ai partner che hanno sostenuto l’iniziativa, in particolare alla Prof.ssa Francesca Maria Corrao, per il suo impegno nella documentazione di questo importante patrimonio, esprimendo altresì gratitudine al Comune di Verona e al Vice Sindaco Jacopo per il loro supporto alle attività culturali che rafforzano il dialogo tra civiltà e valorizzano l’eredità arabo-europea.
Le sessioni scientifiche sono state coordinate dal Prof. Mohamed Bamashmos, che ha aperto con un intervento sui profili storici e civili della presenza dei poeti arabi in Sicilia, con un focus particolare sull’arco storico compreso tra il IX e il XIII secolo, periodo in cui la Sicilia era un crocevia culturale ricco di pluralismo e scambi tra civiltà.
Nel suo intervento di saluto, il Vice Sindaco di Verona Jacopo ha espresso grande soddisfazione per il tenore dell’evento, sottolineando l’importanza di iniziative che stimolano il dialogo culturale e la reciproca comprensione. Ha lodato l’impegno dell’Istituto Bayan nel far emergere il valore della presenza storica araba in Europa.
La prima sessione accademica ha ospitato contributi di spessore, tra cui la relazione della Prof.ssa Francesca Maria Corrao dell’Università “Lorenzo Orso”, esperta di letteratura araba in Sicilia, che ha illustrato come i poeti arabi abbiano contribuito a plasmare l’identità culturale siciliana. Ha affermato che le opere di Ibn Hamdīs non sono semplici testi letterari, ma veri e propri documenti civili e umani che testimoniano la coesistenza e la fusione di identità differenti.
La Prof.ssa Corrao ha collegato questo patrimonio letterario alle collezioni artistiche del Museo “Trame Mediterranee” di Gibellina, istituzione fondata per custodire la memoria della convivenza interreligiosa e interculturale. Ha evidenziato che l’azione dell’Istituto Bayan si inserisce perfettamente in questa missione culturale, ribadendo che la salvaguardia del patrimonio è una responsabilità condivisa, non solo accademica, ma anche etica e umana.
Il Dr. Abdulrazzaq Al-Malahi ha presentato una lettura critica di una poesia di Ibn Hamdīs, esaminando i suoi aspetti estetici e la connessione tra testo, vissuto personale e contesto storico del poeta. Ha evidenziato il passaggio dalla gioventù spensierata alla nostalgia per la Sicilia e alla riflessione esistenziale nella vecchiaia, sottolineando la struttura poetica classica e le sfumature andaluse che arricchiscono lo stile lirico e le immagini emozionali.
Il convegno ha visto anche una significativa partecipazione studentesca da parte dell’Istituto Bayan. Le studentesse Amina Ben Ali e Hiba Oushwari hanno presentato due poeti arabi di Sicilia: la prima ha parlato di Mus’ab ibn Muhammad al-Qurashi al-Abdari, detto Abū al-Furāt, approfondendone la biografia e l’opera; la seconda ha trattato al-Qāsim ibn ʿAbd Allāh al-Tamīmī al-Siqillī, soffermandosi sui tratti distintivi della sua poesia.
Le presentazioni hanno ricevuto grande apprezzamento da parte del pubblico e in particolare dalla Prof.ssa Corrao, che ha lodato il rigore scientifico e l’approccio critico delle relatrici, ritenendole un esempio di eccellenza formativa che dimostra come la trasmissione del patrimonio culturale sia una missione collettiva tra generazioni.
A conclusione dei lavori, sono emerse numerose raccomandazioni, tra cui:
la necessità di documentare e digitalizzare i manoscritti della poesia siculo-araba in collaborazione con il Museo Orestiadi di Gibellina;
rafforzare le partnership accademiche con università interessate al patrimonio arabo;
coinvolgere gli studenti del Bayan in progetti di catalogazione e studio del materiale museale;
creare una mostra virtuale interattiva che renda accessibile questo patrimonio in chiave multimediale.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda aperta, in cui i partecipanti hanno condiviso visioni e proposte su come reintegrare questo patrimonio dimenticato nei percorsi accademici contemporanei, rendendolo una risorsa viva per la costruzione del dialogo interculturale.
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